Annunciata e attesa da molti anni, questa nuovatraduzione dell'Ulisse ├и diventata essa stessauna specie di leggenda. Finalmente il lettore pu├▓constatare l'entit├а e la qualit├а del lavoro di Celati,un lavoro da scrittore, teso a restituire il ritmoe i toni dell'originale joyciano, ritrovando anche,l├а dove possibile, il sapore delle citazioni di vecchiecanzoni, fatti di cronaca dimenticati: insomma,l'enorme massa dei riferimenti alti e bassi di cuiil libro ├и gioiosamente colmo.
La migliore occasione per accostarsi o riaccostarsia uno dei capolavori della narrativa novecentescascoprendone, oltre all'intelligenza e alla complessit├а,la musica di sottofondo, ipnotica e incantatrice.
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L'Ulisse ├и un libro scritto da qualcuno che doveva diventare tenore (Joyce quando abitava a Trieste), uno che aveva imparato a trasmettere sulla pagina ci├▓ che i musicisti chiamano ┬лorecchio interno┬╗, al di l├а del senso oggettivo delle parole. In effetti, se facessimo il calcolo di quante cantate spuntano nell'Ulisse ogni poche pagine, vedremmo un ventaglio di citazioni canterine che sono la spina dorsale joyciana per scavalcare tutti i discorsi e intendersi con diversi richiami musicali: dall'opera lirica alla filastrocca oscena, da un canto gregoriano (┬лGloria in excelsis Deo┬╗) al rumore della carrozza del vicer├й che passa sul lungofiume (┬лClapclap, Crilclap┬╗), dai nursery rhymes a una poesia tedesca sul canto delle sirene (┬лVon der Sirenen Listigkeit...┬╗), dal verso del cuculo (┬лCuc├║! Cuc├║┬╗) al Fiore di Siviglia (opera lirica), dalle battute per tenere il ritmo d'una pagina (┬лTum┬╗ ┬лTum┬╗) a quelle di altri suoni (┬лPflaap! Pflaap! Pflaaaap┬╗), alla cantata mozartiana, ricorrente nei pensieri di Mr Bloom: ┬лVorrei e non vorrei, mi trema un poco il cor┬╗, e cos├н via.
Dalla prefazione di Gianni Celati