Un populismo senza popolo: รจ il controsenso generato dalla nostra miopia politica. Dalle radici contadine alla lotta operaia, le istanze politiche forti si sono sempre basate su identitร forti: sociali, culturali, anche geografiche. Ma oggi รจ il tempo della fragilitร , della dispersione, dellโincertezza e coloro che furono popolo invecchiano senza maturitร , si arrabbiano senza speranze. E riempiono le piazze di uno scontento scoordinato, la fibrillazione dei dimenticati, di coloro che vivono nel margine e sono stufi di pagare il benessere di chi invece occupa il centro della scena. In un dialogo profondo e necessario con Luca Telese, Marco Revelli racconta loro, gli esclusi. Dร voce e corpo al dolore e al disinganno di chi ha smesso di sentirsi parte della storia per tramutarsi nellโequazione geografica delle periferie. Privati di una cultura condivisa, bombardati dalle incitazioni allโodio di รฉlite negative che perseguono il proprio progetto di potere e ricchezza, non sono piรน difesi da una sinistra che al ยซsiamo con voiยป ha sostituito il ยซsi salvi chi puรฒยป. Queste pagine delineano, con chiarezza e passione esemplari, le ragioni di un tracollo civile. E indicano unโunica, impervia ma possibile, via di fuga. Contro le ยซpassioni tristiยป, la volgaritร del linguaggio e la violenza delle piazze; contro la disumana pedagogia che nutre i mostri, sui social e fuori: tornare a credere nel popolo.