ÂĢTuÂģ. Quasi preghiere

Edizioni Lindau
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Nel corso della sua lunga e intensa esistenza Adriana Zarri ha scritto saggi, resoconti di vita monastica, romanzi, moltissimi articoli e un’unica opera di poesia, ÂĢTuÂģ. Quasi preghiere, che forse proprio per questo ha riscosso un vastissimo consenso di pubblico e critica. In essa l’autrice esprime – con versi sensuali e dolci, violenti e teneri al contempo – i temi salienti della sua irregolare e sorprendente spiritualità: il carattere gratuito e creativo della preghiera, il rapporto personale con un Dio cercato nella quotidianità del vivere, il riscatto dei sensi e della dimensione mondana in ambito contemplativo, l’esaltazione del regno creaturale inteso come ponte tra terra e cielo. Un canto di innamoramento cosmico, in cui l’intimità raggiunta nell’incontro con Dio si inserisce a pieno titolo in quella tradizione biblica e letteraria ricca di immagini erotiche e sponsali che ha nel Cantico dei Cantici il suo piÚ nobile capostipite e arriva fino ai nostri giorni attraverso le pagine dei mistici, da santa Teresa d’Ávila fino a Etty Hillesum. ÂĢDacci preghiere mute, / irragionevoli, / indicibili: / bianche macerie rotolanti, / assi schiodate, / assurdità: / preghiere / di parole sconnesse e di silenzio / ceste vuote / e ricolme di teÂģ, scrive Adriana, invitando il lettore ad abbandonare la concezione comune della preghiera, priva di trasporto fisico ed emotivo, per tornare a rivolgersi a un Dio incarnato, a cui si possa dare del ÂĢtuÂģ come a un amico o a un amante. Ancora una volta una prova di originalità letteraria e teologica, che non teme di contaminare il pathos lirico del canto mistico con ballate di dissenso e invettiva contro gli scandali del Vaticano, in un intreccio di parola e mistero, di preghiera e silenzio tanto impregnato dei colori e dei profumi della terra e delle stagioni da riscuotere interesse anche in contesti non religiosi, come un inno universale alla continua sorpresa della vita.

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Adriana Zarri (1919-2010) è stata scrittrice, eremita laica e teologa di linea conciliare ancor prima del Concilio Vaticano II. Intellettuale coraggiosa e controcorrente, ha difeso con forza la libertà di espressione femminile in ambiti come la teologia e l’ecclesiologia, scrivendo saggi, romanzi e articoli impegnati. A partire dagli anni ’70 ha deciso di vivere in campagna, in forma eremitica, coltivando la terra e allevando animali, scelta che non le ha impedito di partecipare attivamente al dibattito politico e culturale del suo tempo. Tra i suoi scritti piÚ importanti ricordiamo Teologia del probabile (1967), È piÚ facile che un cammello... (1975), Nostro Signore del deserto. Teologia e antropologia della preghiera (1978), Quaestio 98 (1994), Un eremo non è un guscio di lumaca. ÂĢErba della mia erbaÂģ e altri resoconti di vita (2011) e Teologia del quotidiano (2012). Per Lindau è uscita nel 2014 la nuova edizione de Il pozzo di Giacobbe. Raccolta di preghiere da tutte le fedi.

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