Straub/Huillet. Cineasti italiani

· Edizioni Falsopiano
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«Nelle inquadrature che facciamo tutte le cose che le compongono hanno gli stessi diritti, questa è la democrazia. È la stessa cosa che io dico all’inizio di ogni dibattito col pubblico: per noi tutte le domande fatte dagli spettatori meritano la stessa attenzione. Se tu vai al cinema per vedere un film devi essere costretto ad accordare la stessa attenzione a una lucertola, una mosca, l’aria che cambia, una macchia di luce o di colore che si posa su un attore, che non è mai interessante per se stesso, perché l’attore non è il centro dell’universo, è solo una piccola parte dell’inquadratura: per noi ogni centimetro quadrato del fotogramma ha la stessa importanza, non può essere che il naso dell’attore abbia un’importanza maggiore. L’uomo non è mai stato al centro dell’universo, ha cominciato a credere di esserlo nel Rinascimento, e a quel punto ha cominciato a saccheggiare il nostro pianeta. Il lavoro dell’artista consiste nel materializzare delle sensazioni, più esse sono materializzate in maniera forte, precisa, più quell’artista fa bene il proprio lavoro. In questo modo di procedere la tecnica non ha nessuna importanza, è solo un mezzo. In certi film per il 90% non si vede nulla sullo schermo, vuol dire che quelli che hanno fatto quei film non vedevano nulla e dunque sullo schermo non potevano lasciare nulla. Essi filmano prima di vedere. E poi delegano tutto alla tecnica pensando che essa possa fare il lavoro per loro».

Piero Spila è Vice Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (Sncci) e condirettore di “Cinecritica”. Ha svolto attività critica e saggistica dal 1967 collaborando a varie testate. È autore e curatore di volumi e monografie di cinema, in particolare su DeMille (Di Giacomo Editore,1985), Pasolini (Gremese,1999/2015), Magni (Eri-Rai,2000), Straub-Huillet (Bulzoni,2001), Volonté (Fandango, 2005 - Premio Assisi per il miglior libro di cinema), Bernardo Bertolucci (Garzanti, 2010/Editions du Seuil, 2014, con Fabio Francione). È soggettista e sceneggiatore. Per Falsopiano ha pubblicato Un’idea di cinema. Itinerari d’autore fra eccesso e stupore (2010), Abcinema - corpi, luoghi e scene madri del cinema italiano (2014) e Il cinema e qualche film (2016).

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