Spostare la luna dall'orbita
เบ.เบ. 2023 ยท Giulio Einaudi Editore
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เบเปเบฝเบงเบเบฑเบเบเบถเปเบก e-book เบเบตเป
Una notte al Museo dell'Acropoli, completamente sola. O meglio: in compagnia dei marmi del Partenone, e dei propri pensieri. ร in questa atmosfera irripetibile che Andrea Marcolongo compie un'autentica alchimia. Intrecciando il racconto di Atene, dell'Acropoli e dei tanti furti che ha subito, con la memoria intima piรบ dolorosa, Marcolongo ci ricorda che dalla Grecia abbiamo sempre preso senza mai restituire. E che siamo tutti in debito con qualcuno a cui dovremmo solo dire grazie - prima che sia troppo tardi.
ยซPerchรฉ la questione non รจ tanto proteggere il passato - รจ come salvare dal futuro il momento presenteยป.
L'ultima settimana di maggio, in un negozio di Parigi specializzato in articoli da montagna, Andrea Marcolongo ha comprato un letto da campo, un sacco a pelo e una torcia. La sera successiva ha aperto il letto da campo e steso il sacco a pelo non in cima alla vetta di una montagna, ma nella sala deserta di uno dei piรบ importanti musei del mondo. La luce della torcia si รจ allora mescolata a quella della luna correndo sui marmi della sala, scolpiti da Fidia nel secolo glorioso di Pericle, sulle presenze e soprattutto sulle assenze. Siamo ad Atene, al Museo dell'Acropoli, dove Marcolongo ha l'occasione di trascorrere una notte in completa solitudine. Ma รจ difficile essere davvero soli quando si รจ circondati dai marmi del Partenone e dai propri pensieri. La notte รจ il tempo dei fantasmi e di bilanci. Due sono le ombre che vengono a visitare i pensieri di Marcolongo. Quella di Lord Elgin: l'ambasciatore inglese che perpetrรฒ il furto dei marmi del Partenone all'inizio dell'Ottocento deportandoli a Londra chiusi dentro casse di legno. E quella di un uomo scomparso da poco, nato in un umile paese della provincia veneta che si dichiara il centro del mondo: il padre di Andrea. La storia di Elgin รจ imprevedibile e tragica come un romanzo d'avventure. Elgin, che all'inizio nemmeno sospettava cosa rappresentassero il Partenone e l'Acropoli, vedrร la sua vita distrutta per le conseguenze di quel gesto arrogante e folle, per sempre colpito dalla ยซmaledizione di Minervaยป: ยซChissร se le rovine che contemplava in silenzio erano quelle di Atene o della sua vita. Chissร se pensรฒ almeno una volta che ne era valsa comunque la penaยป. Ma i vuoti delle sale del museo, gli spazi bianchi di gesso lasciati dai marmi trafugati due secoli fa, risuonano con i vuoti di cui siamo composti: con il rimpianto e la vergogna, quella di capire solo ora il filo che ci legava a un genitore che sentivamo distante e da cui volevamo emanciparci; con la fragilitร e l'inadeguatezza, quella di non sentirsi mai all'altezza di ciรฒ che si รจ ottenuto, di sentirsi sempre un impostore, un ladro; con furti materiali e appropriazioni culturali, quelle che facciamo ai danni del mondo classico: ยซL'eternitร non รจ fatta di marmo come l'opera di Fidia, rifletto, bensรญ รจ contenuta in ciascuno degli istanti che passano: รจ sufficiente distrarsi un momento, smettere di custodirla, e per sempre sarร perdutaยป. In questo libro intenso e coraggioso, Andrea Marcolongo ci ricorda che siamo tutti in debito con qualcuno per ciรฒ che siamo. Che abbiamo tutti qualcuno a cui dire: grazie.
ยซPerchรฉ la questione non รจ tanto proteggere il passato - รจ come salvare dal futuro il momento presenteยป.
L'ultima settimana di maggio, in un negozio di Parigi specializzato in articoli da montagna, Andrea Marcolongo ha comprato un letto da campo, un sacco a pelo e una torcia. La sera successiva ha aperto il letto da campo e steso il sacco a pelo non in cima alla vetta di una montagna, ma nella sala deserta di uno dei piรบ importanti musei del mondo. La luce della torcia si รจ allora mescolata a quella della luna correndo sui marmi della sala, scolpiti da Fidia nel secolo glorioso di Pericle, sulle presenze e soprattutto sulle assenze. Siamo ad Atene, al Museo dell'Acropoli, dove Marcolongo ha l'occasione di trascorrere una notte in completa solitudine. Ma รจ difficile essere davvero soli quando si รจ circondati dai marmi del Partenone e dai propri pensieri. La notte รจ il tempo dei fantasmi e di bilanci. Due sono le ombre che vengono a visitare i pensieri di Marcolongo. Quella di Lord Elgin: l'ambasciatore inglese che perpetrรฒ il furto dei marmi del Partenone all'inizio dell'Ottocento deportandoli a Londra chiusi dentro casse di legno. E quella di un uomo scomparso da poco, nato in un umile paese della provincia veneta che si dichiara il centro del mondo: il padre di Andrea. La storia di Elgin รจ imprevedibile e tragica come un romanzo d'avventure. Elgin, che all'inizio nemmeno sospettava cosa rappresentassero il Partenone e l'Acropoli, vedrร la sua vita distrutta per le conseguenze di quel gesto arrogante e folle, per sempre colpito dalla ยซmaledizione di Minervaยป: ยซChissร se le rovine che contemplava in silenzio erano quelle di Atene o della sua vita. Chissร se pensรฒ almeno una volta che ne era valsa comunque la penaยป. Ma i vuoti delle sale del museo, gli spazi bianchi di gesso lasciati dai marmi trafugati due secoli fa, risuonano con i vuoti di cui siamo composti: con il rimpianto e la vergogna, quella di capire solo ora il filo che ci legava a un genitore che sentivamo distante e da cui volevamo emanciparci; con la fragilitร e l'inadeguatezza, quella di non sentirsi mai all'altezza di ciรฒ che si รจ ottenuto, di sentirsi sempre un impostore, un ladro; con furti materiali e appropriazioni culturali, quelle che facciamo ai danni del mondo classico: ยซL'eternitร non รจ fatta di marmo come l'opera di Fidia, rifletto, bensรญ รจ contenuta in ciascuno degli istanti che passano: รจ sufficiente distrarsi un momento, smettere di custodirla, e per sempre sarร perdutaยป. In questo libro intenso e coraggioso, Andrea Marcolongo ci ricorda che siamo tutti in debito con qualcuno per ciรฒ che siamo. Che abbiamo tutti qualcuno a cui dire: grazie.
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