Numeri: La creazione continua della matematica

Bollati Boringhieri
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«Il primo uomo che colse l’analogia esistente tra un gruppo di sette pesci e un gruppo di sette giorni – scriveva Alfred Whitehead – compì un notevole passo avanti nella storia del pensiero». Iniziava così l’avventura di contare e misurare. All'inizio si contava e si misurava ciò che aveva utilità pratica, come giorni, greggi, lunghezze; ma poco alla volta tutto verrà misurato: aree, volumi, lo spostamento degli astri, gli angoli. Si arriverà a utilizzare numeri per misurare cose che non possono essere rappresentate né come oggetti né da oggetti, come la probabilità o l'infinito. Il progresso della conoscenza umana è scandito dall’invenzione di nuove specie di numeri. Gli antichi avevano creduto di raggiungere un punto fermo con la definizione dei numeri frazionali, i numeri «rotti»: «un mezzo» sta a metà tra zero e uno, «un quarto» a metà tra zero e un mezzo, e così via... aumentando il denominatore possiamo individuare intervalli sempre più piccoli, saturando di numeri minuscoli la retta delle grandezze fino a riempirla completamente. O almeno così sembrava logico; e invece no, ecco che i numeri compiono la loro prima grande beffa, e Ippaso di Metaponto, verso il 500 a.C., si rende conto che in quella fitta trama di «razionali» si inseriscono altri numeri, completamente diversi («irrazionali», appunto), il cui capostipite è l’inquietante radice quadrata di due. Poi verranno gli «immaginari», con le loro impossibili radici di numeri negativi. I numeri non hanno mai terminato il loro cammino. In continuo contatto con la realtà e in perenne evoluzione assieme al procedere delle conoscenze, hanno saputo a loro volta adeguarsi alle esigenze contingenti, aprire nuove strade, «inventarsi» da capo, stupire e meravigliare. È questo che si propone di fare Gabriele Lolli in queste pagine: raccontarci con rigore l’universo dei numeri, e come la sua varietà sia logicamente unificata, rendendoci partecipi anche delle ultimissime e stranissime novità in questo campo, quelle che non si studiano a scuola, dai quaternioni ai numeri surreali, categorie sempre più strane, se si vuole, ma anche più sofisticate e inventive.

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Gabriele Lolli insegna Filosofia della matematica alla Scuola Normale Superiore di Pisa dal 2008, dopo aver insegnato Logica matematica allUniversità di Torino. Si è interessato di teoria degli insiemi, di applicazioni della logica all'informatica e allintelligenza artificiale, e di storia e filosofia della logica e della matematica. Tra i suoi libri ricordiamo: Sotto il segno di Gödel (2007), Guida alla teoria degli insiemi (2008), La guerra dei trentanni (1900-1930). Da Hilbert a Gödel (2011) e Nascita di un'idea matematica (2013). Per Bollati Boringhieri ha pubblicato: Teoria assiomatica degli insiemi (1974), Categorie, universi e principi di riflessione (1977), Lezioni di logica matematica (1978), Dagli insiemi ai numeri (1994), Il riso di Talete. Matematica e umorismo (1998), La crisalide e la farfalla. Donne e matematica (2000), QED. Fenomenologia della dimostrazione (2005), Discorso sulla matematica. Una rilettura delle lezioni americane di Italo Calvino (2011), Se viceversa. Trenta pezzi facili e meno facili di matematica (2014) e Numeri. La creazione continua della matematica (2015). È tra i curatori delledizione italiana delle Opere di Gödel (1999-2009).

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