Mitologia Persiana
Um þessa rafbók
Zoroastro scrisse i suoi inni intorno al X secolo a.C., che divennero parte di un importante testo sacro chiamato Avesta, del cui nucleo ci rimangono solo dei frammenti. Il sapere avestico era conservato nella biblioteca reale di Istakhr, scritto con inchiostro d’oro su pelle di bue ma, con la venuta di Alessandro Magno, il volume andò distrutto e dei ventun Nask, o libri avestici, rimase intatto solo qualche inno. Testi successivi, come il Denkard, cercarono di ricostruire il credo mazdeo, aggiungendovi degli elementi nuovi e trasformando Zoroastro in un eroe nazionale.
In questo libro vedremo sia la componente avestica più antica, con l’unico dio Ahura Mazda che si contrappone al principio negativo, rappresentato da Angra Mainyu, sia quella più tardiva, dove gli stessi due principi di bene e male diventano gemelli, uguali ma opposti, e prendono il nome di Ohrmuzd e Ahriman.
Infine seguiremo le epiche vicende narrate nello Shahnameh, il Libro dei Re, composto dal poeta Firdusi attorno al 1000 d.C., che con le sue 60.000 coppie di versi è il poema più lungo al mondo scritto da un unico autore, potendo vantare di essere circa sette volte l’Iliade.
