Wolf Bukowski ci accompagna, girone dopo girone, in un viaggio al centro di quella spirale infernale in cui il bisogno piú elementare si tramuta in desiderio e profitto.
In tempi in cui tutto, ma proprio tutto, è merce, non è difficile immaginare che anche il cibo lo sia. Basta pensare alle navi cariche di cereali che attraversano gli oceani, alle fabbriche di conserva che divorano pomodori o alle scintillanti corsie dei supermercati. Basta pensare al fatto che in una parte del mondo il cibo si spreca mentre in altre esplodono le carestie. Anzi, il cibo merce lo è quasi da sempre: i prodotti alimentari sono stati quelli intorno a cui si è consolidato il mercato globale. Eppure il cibo non è una merce del tutto come le altre, e neppure è facile dire cosa sia precisamente a renderlo tale: in cosa differiscono le mele che compriamo al mercatino bio con la coscienza pulita da quelle avvolte dalla plastica che mettiamo senza pensarci dentro al carrello?