La leggenda dei monti naviganti

Feltrinelli Editore
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รˆ un viaggio di ottomila chilometri che cavalca la lunga gobba montuosa della Balena-Italia lungo Alpi e Appennini, dal golfo del Quarnaro (Fiume) a Capo Sud (punto piรน meridionale della Penisola). Esso parte dal mare, arriva sul mare, naviga come un transatlantico con due murate affacciate sul mare, e lungo tutto il percorso evoca metafore marine, come di chi veleggiando forse vola โ€“ in un immenso arcipelago emerso. Trovi valli dove non esiste elettricitร , grandi vecchi come Bonatti o Rigoni Stern, ferrovie abitate da mufloni, case cantoniere e paracarri da leggenda, bivacchi sotto la pioggia in fondo a caverne, santuari dove divinitร  pre-romane sbucano continuamente dietro ai santi del calendario. E poi parroci bracconieri, custodi di rifugi leggendari, musicanti in cerca di radici come Francesco Guccini o Vinicio Capossela. Unโ€™Italia di quota, poco visibile e poco raccontata, dove la tv sembra raccontare storie di un altro pianeta. Le due parti โ€“ o forse i due โ€œlibriโ€, alla maniera latina โ€“ del racconto, Alpi e Appennini, hanno andatura e metrica diversa. Le Alpi sono pilastri visibili, famosi; sono fatte di monoliti bene illuminati e sono transitate da grandi strade. Gli Appennini no: sono arcani, spopolati, dimenticati, nonostante in essi si annidi lโ€™identitร  profonda della Nazione. Lโ€™altra differenza รจ che sulle Alpi non cโ€™รจ mezzo di trasporto unitario e si fotografa una serie di luoghi monografici (per esempio: il lago del Vajont che non cโ€™รจ piรน, il tunnel del Gottardo durante lo scavo), spesso senza dire del viaggio che collega i fuochi della narrazione. Sugli Appennini, invece, il mezzo di trasporto รจ unitario e la strada assume un ruolo preponderante, assieme alle persone incontrate secondo una trama casuale..

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