Il cruciverba di Santa Flora

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Il cruciverba di Santa Flora di Cristiano Benci.
Un vero e proprio cruciverba dedicato alla città di Santa Flora.

Santa Fiora
è un comune italiano di 2 542 abitanti della provincia di Grosseto in Toscana. Fa parte dei borghi più belli d'Italia.
Citata per la prima volta in un documento dell'anno 890, Santa Fiora è ricordata come villa con oltre cento poderi nel 1082 e come castello nel 1141, detto di Santa Flore. Dominio storico dei conti Aldobrandeschi, fu sede della contea assegnata nel 1274 a Ildebrandino, figlio di Bonifacio, quando il territorio aldobrandesco fu diviso nei due rami di Santa Fiora e Sovana: l'area della contea di Santa Fiora comprendeva anche i territori di Arcidosso, Castel del Piano, Roccastrada, Castiglione d'Orcia, Semproniano e Selvena. Nel corso del XIII secolo, Santa Fiora divenne uno dei centri più importanti della Toscana meridionale, fulcro della resistenza ghibellina al governo di Siena, arrivando a mettersi in opposizione ad Abbadia San Salvatore, che ormai da secoli dominava l'area del Monte Amiata. La località è citata da Dante nel VI canto del Purgatorio proprio per la sua appartenenza ghibellina («e vedrai Santafior com'è oscura»). Nel corso del XIV secolo, la città iniziò a cadere sotto l'influsso di Siena, perdendo i castelli di Arcidosso e Castel del Piano, conquistati da Guidoriccio da Fogliano nel 1331, e finendo occupata dai senesi negli anni tra il 1380 e il 1384, anni in cui si assisté alla distruzione dei palazzi comitali ed alla costruzione di una nuova rocca. Alla fine del XIV secolo la contea, fortemente indebolita, rimaneva in possesso solo dei castelli di Santa Fiora, Castell'Azzara e Scansano. Con la fine degli Aldobrandeschi, alla metà del XV secolo il territorio della contea passò alla famiglia Sforza in virtù del matrimonio tra Cecilia Aldobrandeschi, figlia dell'ultimo conte della casata, Guido, e Bosio Sforza, nato a Montegiovi da Muzio Sforza e Antonia Salimbeni. Il figlio di Bosio, Guido Sforza, governò la contea tentando di riportare Santa Fiora agli antichi fasti: arricchì la città con opere d'arte, come le terrecotte di Andrea della Robbia della pieve delle Sante Flora e Lucilla; fece costruire palazzi nobiliari e opere pubbliche come la Peschiera; ospitò più volte papa Pio II Piccolomini legando rapporti con il papato (sposò anche la nipote di Alessandro Farnese, futuro Paolo III); difese Santa Fiora dal tentativo di invasione delle truppe del duca Valentino Borgia; entrò inoltre nella leggenda e nel folclore locale per aver ucciso un "drago" che infestava quei territori, il cui teschio è conservato nel convento della Selva. Nel corso degli anni gli Sforza, dal XVII secolo uniti con i Cesarini, interessati più ai legami con Roma che all'antica capitale della contea, lasciarono Santa Fiora nelle mani di alcuni vicari, tra i quali sono da ricordare soprattutto i Luciani e i Menichetti, poi nel XIX secolo Ricci Menichetti, infeudati di Castell'Azzara. Infine, nel 1624, la contea fu annessa al Granducato di Toscana. Santa Fiora conobbe una certa ripresa economica tra il XIX e il XX secolo, quando si affermò importante centro minerario per l'escavazione del cinabro, venendo raggiunta da numerosi lavoratori da ogni parte della Toscana.

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