Tillie Lerner Olsen (1912-2007) è figlia di ebrei russi di militanza socialista, immigrati negli Stati Uniti agli inizi del Novecento. A vent’anni, già membro della Lega dei giovani comunisti, ha la prima figlia, che chiama Karla in onore di Karl Marx, da un uomo che l’abbandona subito dopo. È costretta, quindi, a lavorare senza sosta per il sostentamento della famiglia. Fa la cameriera, la lavandaia, l’operaia, la saldatrice. Partecipa al nascente movimento sindacale nella San Francisco degli anni Trenta, dove incontra il suo futuro marito, Jack Olsen, con cui ha altre tre figlie. Sono gli anni di un intenso attivismo che le costa, nel periodo maccartista, due arresti e la sorveglianza da parte dell’FBI. Solo nel 1955 grazie a una borsa di studio a Stanford, e con le figlie ormai cresciute, può dedicarsi alla scrittura, che aveva amato da sempre ma frequentato in modo solo frammentario. Nel 1961 esce Tell Me a Riddle che la consacra al successo. Nel 1974 pubblica Yonnondio, un romanzo cominciato quarant’anni prima, e nel 1978, infine, la raccolta di saggi Silences, in cui indaga la letteratura delle donne e della classe operaia. Con una produzione attenta ai temi del lavoro, della condizione femminile e della militanza politico-sociale, Tillie Olsen diventa una voce libera, potente e pluripremiata della letteratura nordamericana del XX secolo.