Teoria letteraria per robot: Come i computer hanno imparato a scrivere

Bollati Boringhieri
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160
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About this ebook

«Attraverso l'uso della storia e della filosofia, Tenen ci ricorda che la tecnologia non può esistere indipendentemente dai suoi creatori e da chi la usa e che, in ultima analisi, siamo noi umani ad avere la responsabilità finale dell'impatto della tecnologia sul mondo.»
John Warner, «Chicago Tribune»

«Sorprendente, divertente e accessibile... Tenen ha capito come presentare una trama di idee complesse a dimensione umana.»
Jennifer Szalai, «New York Times Book Review»

«Leggere questo libro è come fare una passeggiata in un bosco letterario. Vedrete da vicino alberi di cui non conoscevate il nome e scoprirete sentieri che porteranno la vostra mente verso nuove direzioni. Tenen ci guida lungo il percorso, tratteggiando il contesto storico in cui le macchine hanno iniziato a essere lettrici voraci e poi scrittrici creative.»
Jeannette M. Wing, docente di informatica alla Columbia University

ChatGPT è solo l’ultimo dei moltissimi strumenti d’ausilio alla scrittura che l’umanità ha utilizzato fin dall’antichità. L’intelligenza artificiale e la scrittura sono due facce della stessa medaglia e provengono entrambe dalla stessa fonte: la creatività umana. La dicotomia uomo-macchina nasce da una domanda mal posta: l’intelligenza è un fenomeno collettivo e le macchine ne fanno parte. Non da oggi, da sempre.

Questo libro è un viaggio nella storia nascosta dell’intelligenza artificiale: inizia con la filosofia araba medievale e procede con il sogno di un linguaggio universale, passando per le fabbriche di fiction hollywoodiane, i romanzi dell’Ottocento, e i sistemi di controllo aereo addestrati sui racconti popolari russi. In una insolita miscela di storia, tecnologia e filosofia, Dennis Yi Tenen ci svela l’insospettabile passato comune di letteratura e informatica. Mettendo in prospettiva i recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale – che non è certo una sorta di genio magico realmente autonomo – ci invita a leggere oltre l’artificio, per comprendere i meccanismi del lavoro collettivo: anche una cosa semplice come il correttore automatico di un file di testo è in realtà il culmine di uno sforzo umano secolare e condiviso.
Strumenti intelligenti come i dizionari e i libri di grammatica hanno sempre accompagnato l’atto di scrivere, pensare e comunicare; il fatto che questi sistemi siano ora automatizzati non li rende vivi. Un dispositivo per il completamento automatico delle frasi può renderci scrittori «migliori», ma la verità è che il processo creativo si carica di valore solo attraverso la fatica dell’apprendimento e l’esperienza vissuta. E l’esperienza non può essere automatizzata da nessun dispositivo, per ingegnoso che sia.

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