Gerolamo Aspri è il protagonista del romanzo con cui Volponi tornò alla narrativa dopo un lungo silenzio. Tenero e narcisista, goffo e astuto, ammaliato dalle catastrofi e dalle utopie, esaurita la giovinezza nelle traumatiche esperienze di partito e di fabbrica, Aspri si autoproclama "cannibale" della realtà, e si logora nel tentativo di fagocitarla attraverso le ventose della sua accesa corporalità. Alla ricerca di un'identità possibile, scende rapinosamente nelle vite altrui, fra avventure d'amore, traffici e speculazioni, in un tumulto di eventi veri o fantasticati, sui quali domina un incombente disfacimento. Aspri è insomma l'Ulisse senza ritorno di un'Odissea contemporanea: tutte le sue facoltà sono tese a cogliere indizi, a carpire il segreto dell'esistenza nella selva del mondo attraversata da ombre minacciose e da esaltanti rivelazioni.
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