Rispondendo a questi cruciali e sempre più stringenti interrogativi che assillano in particolare genitori, insegnanti e educatori dei cosiddetti «nativi digitali», Crepet evita i toni apocalittici e la fin troppo facile demonizzazione del lato oscuro presente in ogni forma di progresso, perché «questo libro non è un atto di accusa, non è contro qualcosa. Il mio scopo fondamentale è cercare di continuare a discutere sulle conseguenze, volute o indesiderate, del grande cambiamento che le nuove tecnologie digitali stanno imprimendo alla nostra quotidianità. È il tentativo di sottolineare contraddizioni ed effetti collaterali di un nuovo mondo che si presenta non solo come l'ultima e più stupefacente rivoluzione industriale - quella digitale - ma, soprattutto, come una strabiliante e inattesa mutazione antropologica».