La mia Cambogia

Quello che avrebbe dovuto essere un lungo viaggio nel sud est asiatico si rivela per Daniele un periodo di cinque mesi, involontariamente bloccato in Cambogia a causa dello scoppio della pandemia di Covid-19. Qui conosce Sina, cambogiana ribelle dal cuore enorme, la sua simbolica guida locale nel suo percorso di conoscenza di una cultura misteriosa, rurale, controversa, magica. Sina e Daniele, quasi fossero personaggi di fiction, vanno controcorrente, abbattono le frontiere culturali e, insieme, ricercano sé stessi impegnandosi in un progetto concreto che li farà crescere come uomo, come donna. Un progetto che gli farà vivere quella che entrambi potranno chiamare “la mia” Cambogia e che chi leggerà potrà chiamare, immergendosi nel flusso delle loro avventure, “la nostra” Cambogia.

«La felicità arriva come riflesso delle tue azioni.

Questo riflesso è quello che chiamiamo karma.

Quando sei di fronte a uno specchio e fai un movimento,

questo viene ripetuto dallo specchio. Ma se tu non fai nulla,

lo specchio sta lì, fermo».

Questa sua definizione di felicità mi colpì particolarmente.

Azione e reazione. Causa e effetto. La lessi come una conferma

della bontà dei miei propositi di voler riuscire a fare qualcosa di

utile per il prossimo. Sembrava quasi volermi dire: sei nel posto

giusto al momento giusto. Daniele, sei nel posto giusto, qui,

in Cambogia, per finalmente aiutare gli altri. E vedrai che il karma

sarà poi generoso con te.