Il romanzo di Buzzati è una storia semplice e fantastica, scritta nel 1935; una sorta di inno all'infanzia, ricolma di metamorfosi, sortilegi, magiche coincidenze e metafora del rapporto paradossale che l'umanità adulta ha con la Natura. Protagonista è il colonnello Sebastiano Procolo, che eredita dallo zio parte delle tenute della Valle di Fondo, il cosiddetto 'Bosco Vecchio', mentre il resto è stato lasciato al nipote dodicenne di Sebastiano, Benvenuto, che vive in un collegio non lontano da Fondo. Ben presto l'avidità del colonnello lo spingerà a desiderare l'intero bosco per poterne sfruttare appieno le risorse abbattendone gli alberi. I genii, custodi secolari degli alberi si opporranno alle sue intenzioni e alla fine il colonnello, sconfitto e pentito, accetterà di piegarsi alla segreta sacralità del bosco e delle sue creature. Claudio Carini intepreta magistralmente i numerosi caratteri presenti (i genii, il vento Matteo, la gazza guardiana, ecc.) e con una pacata narrazione ci trasporta nei recessi dell'anima magica del bosco.