“L’Italia, che non potrà mai vincere tutte le concorrenze nell’agricoltura, nel commercio e nella industria, deve invece conquistare il suo primato assoluto nel pensiero, nell’arte, nella scienza”.
"Democrazia Futurista" è un saggio scritto da Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento futurista, pubblicato nel 1919. In questo testo, Marinetti propone una visione radicale e provocatoria della politica e della società, in linea con i principi del futurismo, un movimento artistico e culturale che esaltava la velocità, il progresso tecnologico e il dinamismo.
Nel libro, Marinetti critica la democrazia tradizionale e propone una "democrazia futurista" basata su valori come l'energia, l'audacia e l'innovazione. Sostiene la necessità di una società moderna e dinamica, liberata dalle convenzioni del passato e dalle istituzioni democratiche che egli ritiene obsolete e incapaci di rispondere alle esigenze della modernità.
Marinetti immagina una politica energica e rivoluzionaria, dominata dall'entusiasmo giovanile e dalla volontà di rinnovamento, in cui la violenza e la guerra vengono esaltate come strumenti di purificazione e di trasformazione sociale. Il saggio riflette l'ideologia futurista, che unisce una critica radicale della società contemporanea a un'esaltazione della tecnologia, della velocità e della guerra come forze vitali e rigenerative.